Con la riammissione in borsa del titolo MPS ritorna d’attualità la problematica della tutela degli azionisti ed ex obbligazionisti subordinati della banca.
Nello scorso agosto, a seguito della pubblicazione sulla G.U. dei D.M. 27 luglio 2017, il M.E.F. ha posto in essere la ricapitalizzazione precauzionale della Banca Monte di Paschi di Siena S.p.A., prevista a livello comunitario dall’art. 32, par. 4), lettera d), punto III) della direttiva 2014/59/EU e disciplinata in Italia negli artt. 17 e ss. del D. Lgs. 16 novembre 2015 n. 180 e negli artt. 13 e ss. del D.L. 23 novembre 2016 n. 237.
La Banca d’Italia sul sito ( www.bancaditalia.it/media/approfondimenti/2017/ricapitalizzazione-precauzionale-mps/index.html) si è affrettata a chiarire che non è stata avviata la procedura di risoluzione perché M.P.S. non era a rischio insolvenza ma, nonostante gli ultimi due aumenti di capitale del 2014 e del 2015,«.. mostrava una carenza di capitale solo nello scenario più avverso, per definizione ipotetico, di uno stress test..» .
A causa di ciò, dalla sera alla mattina, i possessori di obbligazioni subordinate, sulla scorta del valore delle azioni determinato dalla PricewaterhouseCoopers S.p.A. ridotto della metà, hanno visto convertite forzosamente le proprie obbligazioni in azioni con assegnazione di n. 115 nuove azioni BMPS ogni 1.000,00 euro di valore nominale della precedente obbligazione.
Per gli azionisti invece c’è stata un’enorme diluizione del valore delle azioni possedute sia per effetto della predetta conversione forzosa che dell’aumento di capitale per complessivi 3.854.215.456,30 riservato al M.E.F.
Con la riammissione in borsa è possibile determinare il nuovo valore di mercato delle azioni – che, come previsto dagli analisti, è risultato molto inferiore anche al prezzo di € 6,49 pagato ad agosto scorso dal M.E.F. per l’aumento di capitale riservato –, e di conseguenza l’effettivo danno subito dai vecchi azionisti e dai titolari di obbligazioni convertite in azioni.
Mentre gli azionisti non hanno altra strada che avviare un contenzioso giudiziario – le maggiori chance le hanno coloro che hanno sottoscritto gli ultimi aumenti di capitale del 2014 e del 2015 in quanto potranno invocare la responsabilità della Banca M.P.S., dei suoi organi, della società di revisione contabile e della stessa Consob per le informazioni non veritiere contenute nei prospetti relativi agli aumenti di capitale – i possessori di obbligazioni subordinate convertire in azioni potranno sfruttare la possibilità di sottoscrivere una transazione con la Banca con la quale, a fronte della rinuncia a qualsiasi « ..pretesa relativa alla commercializzazione delle degli strumenti finanziari convertiti..», potranno scambiare le azioni con nuove obbligazioni senior (quindi non subordinate) a tasso fisso con scadenza analoga a quelle delle precedenti obbligazioni.
Il tasso di tali obbligazioni sarà in linea con quello delle obbligazioni non subordinate aventi analoghe caratteristiche rilevato sul mercato secondario nel periodo intercorrente tra la data di pubblicazione dei suddetti D.M. ( 28 luglio 2017) e quella di acquisto delle azioni in questione da parte del M.E.F.
Il valore di concambio non è stato ancora determinato ma, secondo alcune previsioni, potrebbe anche scendere all’85% del valore nominale della precedente obbligazione subordinata con una consistente perdita secca per gli obbligazionisti che decidessero di aderire alla transazione.
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